“Appunti di viaggio” di Francesco Buzzolan. L’intervista

 

È disponibile in libreria e negli store online “Appunti di viaggio” (CTL Editore) la nuova avventura editoriale di Francesco Buzzolan che contiene un mix tra “istruzioni per l'uso” e un saggio dedicato al viaggiatore professionale (e non). Questo testo è il preludio di un’opera in corso di stesura nell’ambito delle relazioni professionali dove al centro c’è l’uomo, i suoi bisogni e le opportunità per auto realizzarsi in un mondo di per sé sempre più complesso. 
 
Da quale esigenza nasce questo libro?
Sono una persona dalla sensibilità spiccata (se posso usare questo termine) e questo mi porta a sentire le cose in modo amplificato. Amo in modo travolgente, soffro altrettanto intensamente e tendo a vedere le cose ben oltre la loro apparenza.
L’idea di un libro che parlasse delle mie esperienze di viaggio è nata inizialmente per condividere il mare di emozioni che mi attraversava durante le mie prime trasferte in luoghi lontani dalla zona di confort dove mi immergevo nel fascino del nuovo e inesplorato. “Tanta roba”, troppa roba da tenere per sé.
A ciò nel tempo si è aggiunta la consapevolezza dell’importanza della condivisione, sia per crescere che per trasferire il proprio bagaglio di conoscenze a qualcuno che idealmente può raccogliere il testimone. Provo più gioia e gratificazione nel dare che nel ricevere; sembrerebbe una frase fatta ma è così.
In ultima, scrivere è lasciare traccia di sé quando non ci saremo più.
 
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Appunti di viaggio”, quali useresti?
Utile, introspettivo, stimolante. Preferirei non aggiungere altro ma lasciare al lettore la curiosità e il compito di verificare se ciò che ho dichiarato corrisponde o meno alla verità.
 
Qual è l’aspetto della scrittura che ti affascina di più?
A prescindere dal genere letterario, lo scrittore alla fine dei conti parla sempre di sé, direttamente o indirettamente. Scorrendo le pagine di un libro molto spesso si percepisce l’anima che muove la penna, l’essenza dell’autore, il suo vissuto e i suoi sogni. L’autore dialoga con i propri lettori offrendo loro la parte vera di sé, quella che molto spesso non ha raccontato neanche all’amico più caro.
La scrittura è utile all’autore allo stesso modo di come lo è per il lettore; personalmente interpreto questo come una sorta di scambio energetico che avviene in modo differito. Scrivere per me è terapeutico e mi aiuta a mettere a fuoco idee e i concetti che diversamente non riuscirei a fissare in modo così chiaro. Rileggermi è come confrontarmi con me stesso guardandomi dall’esterno. Ecco, questa è forse una delle cose che più mi affascinano e delle quali molto spesso rimango sorpreso.
 
Quale messaggio speri che i tuoi lettori colgano tra le pagine del libro?
Al di là delle “istruzioni per l’uso” di tipo pratico, il mio obiettivo è quello di esortare chi legge questo testo a cogliere l’opportunità di un viaggio (professionale o no) per crescere in conoscenza e consapevolezza, cultura ed esperienza. Il viaggio in realtà altro non è che la metafora della vita dove ciò che ci accade nel quotidiano ci aiuta ad aumentare la nostra comprensione, non solo del contesto in cui siamo ma soprattutto di chi siamo e quale sia il nostro ruolo nel mondo. Dietro ai consigli su come fare una valigia o prenotare un volo aereo in fondo c’è l’esortazione a mettersi alla prova fuori dalla propria zona di confort rimanendo in ascolto delle proprie emozioni e sensazioni in un percorso di ricerca del proprio centro; ad ognuno il suo.
 
Stai già lavorando a un nuovo libro?
Si, in cantiere già da diversi mesi c’è un nuovo testo che è già in fase piuttosto avanzata. L’argomento è ancora l’uomo ma in relazione alla professione della vendita. Dopo trent’anni di esperienza sento forte il bisogno di condividere non solo il mio metodo ma anche la mia filosofia che si smarca dallo stereotipo del “piazzista” o del “diventa il più grande o il più bravo del mondo”. L’approccio ormonale sullo stile “The Wolf of Wall Street” (per chi ha visto la pellicola interpretata dallo straordinario Leonardo Di Caprio) lascia il passo a un approccio di tipo “sostenibile”, basato su valori e vere convinzioni, dove il rapporto umano fa ancora la differenza rispetto ad un mondo (quello del commercio, ma non solo) sempre più sterile e in balia di intelligenze artificiali. Con Appunti di viaggio, vedo questo nuovo testo come una sorta di “eredità professionale” che definisce la mia visione di quella che secondo me è una delle professioni più complesse ed affascinanti del mondo.