Astrid torna con il singolo “Bruci dentro”: un viaggio intenso tra amore e malinconia


Con l’uscita del suo nuovo singolo Bruci dentro, Astrid ci invita a immergerci in un brano che racconta le complessità di una relazione, toccando quella sottile linea che separa l’amore dal disagio e la passione dall’inquietudine. Il brano esplora con intensità quel fuoco di malinconia e amarezza che spesso resta dopo la fine di una storia, accendendo una fiamma interiore che non si spegne mai del tutto.

Astrid ci parla di Bruci dentro come di una canzone dai due livelli di lettura: da una parte c’è la quiete che segue una tempesta emotiva, dall’altra un fuoco interiore che brucia e non si placa, portando alla luce il contrasto di immagini evocative. “Siamo distanti, ma mi bruci dentro, sei pioggia sopra il mio deserto, un fuoco che non si è mai spento” canta Astrid, richiamando le emozioni intense e a tratti contraddittorie che risiedono nelle relazioni e che questo singolo vuole raccontare con autenticità e delicatezza.

Scopriamo di più su Bruci dentro e sull’ispirazione che ha portato Astrid a creare questo brano, con uno sguardo anche ai suoi progetti futuri e alla sua visione della scena musicale indipendente italiana.

Ciao Astrid, benvenuta su Odalis News! Qual è il significato del tuo nuovo singolo?
Penso che ci siano due livelli di lettura nel brano. Il primo è quello più evidente: prendo in esame la malinconia di una tempesta ormai passata, di una storia finita, come quando nell’aria si instaura quella forma di calma e pace che galleggia nell’aria sul finire di un temporale. Allo stesso momento credo ce ne sia un secondo che prende corpo nel refrain: “Siamo distanti, ma mi bruci dentro, sei pioggia sopra il mio deserto, un fuoco che non si è mai spento”. Le immagini dentro di me procedono per contrasti e i contrasti procedono per immagini: la pioggia nel deserto porta sollievo, anche se la sabbia non è in grado di assorbirla tutta, il fuoco brucia è vero, ma soltanto al mio interno. Così dà vita a me, ma allo stesso tempo mi scotta, mi brucia e mi ferisce. Il singolo nasce da questo contrasto che si risolve in una malinconia, in un desiderio di pace inappagato, una storia d’amore finita, ma irrisolta. Un punto di domanda che pongo anche nel testo: cos’è che sto cercando nelle mie paure?
 
Quali sensazioni pensi possa regalare questo brano a chi lo ascolta?
Non c’è una risposta univoca a questa domanda: le emozioni sono una faccenda complessa che ogni giorno ci riproponiamo di scoprire in un incontro o in uno scontro, in una lettura, in un’ascolto. Io spero che dal testo e dal timbro vocale che ho voluto imprimere a questo pezzo emerga una cosa su tutte: la voglia di comunicare e di tendere una mano, di gettare le basi per la costruzione di un ponte. Possiamo farlo soltanto adottando la complessità del linguaggio, delle emozioni. Io ho deciso di farlo tramite la musica e spero che chi ascolti questo pezzo colga la sincerità con cui è stato scritto.
 
Cosa ne pensi dell’attuale scena indipendente italiana?
Ci sono artisti incredibili che lavorano duramente ogni giorno e che stanno emergendo, ma la strada è ancora piena di ostacoli. La strada per ottenere l’indipendenza è di per sé una strada difficile, in ogni ambito della vita. La forza di questa scena sta nell’autenticità di chi la compone, anche se il riconoscimento è spesso limitato.
 
Grazie per essere stata con noi, per concludere ti chiediamo se hai dei progetti futuri!
 Il mio obbiettivo al momento é quello di comporre un EP con canzoni sia in lingua italiana che in inglese, continuando in direzione autobiografica, che come si può cogliere dai miei ultimi 3 singoli, é il mio punto di forza.