Adriana Angoletta: recensione di Temporali estivi

Un romanzo davvero particolare quello scritto da Adriana Angoletta e pubblicato da Morellini Editore: Temporali estivi.

Un titolo evocativo per un’opera che sfugge alle definizioni tradizionali. Non si tratta solo di una raccolta di racconti, né semplicemente di un romanzo: Temporali estivi è entrambe le cose. È una serie di storie racchiuse all’interno di una cornice narrativa che le tiene insieme, le potenzia, le fa vibrare all’unisono.

Lo stile di Angoletta è colto, raffinato, attento alla parola e al ritmo. Ogni frase è cesellata con cura. Ma ciò che colpisce davvero è la profondità emotiva: molti racconti sono commoventi, alcuni toccano corde molto intime, e uno in particolare riesce a provocare un brivido profondo – quello che parla della perdita di sé, del disorientamento mentale, della dissoluzione dell’identità. È una storia che incombe sulle nostre vite reali, che ci mette di fronte al terrore più autentico: quello della perdita del controllo, della mente, della persona amata.

Angoletta sembra voler dare voce agli incubi che ci portiamo dentro. Quelli che sussurrano che la morte esiste davvero, che la solitudine è dietro l’angolo, che tutti – prima o poi – ci siamo sentiti abbandonati, sbagliati, invisibili. Eppure, c'è anche luce: nelle parole, nei ricordi, nel modo in cui la letteratura riesce a dar forma al dolore.

L’escamotage narrativo di far confluire i racconti nella trama romanzesca, legandoli alla figura del protagonista Riccardo – uomo maturo, alle soglie della terza età, costretto a fare i conti con ciò che è stato e ciò che avrebbe potuto essere – è una scelta di grande intelligenza e sensibilità.

Il finale è toccante. Il libro si legge d’un fiato, ma lascia un’impressione duratura.
Come quei temporali d’estate che arrivano all’improvviso, sconvolgono il cielo, poi se ne vanno, lasciando dietro di sé un’aria diversa, più limpida.

Un libro che resta.